Voi direste che Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, non puo' parlare e “essere docente”, insegnare? Impedireste a Jovannotti di insegnare musica o multimediale a scuola? La competente Direzione Generale del Ministro dell’università e della ricerca e la competente Direzione Generale del Ministero dell’Istruzione e del Merito dovrebbero prestare reale attenzione alle parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella del 22 settembre 2025, pronunciate per augurare “Buona scuola” a tutti, “comprendere” davvero il messaggio per la formazione delle nuove generazioni nella scuola superiore di secondo grado e nelle università: nei fatti dovrebbero avviare la rettifica sia delle graduatorie AFAM che quelle per le supplenze nella Scuola Superiore di primo e secondo grado. Del resto la procedura è d’ufficio come previsto anche in https://www.mur.gov.it/sites/default/files/2021-05/DM%20n.%20645%20del%2031-05-2021.pdf
Vanno rettificati i dati e le informazioni – non trattati lecitamente - provenienti dagli Istituti professionali e dai licei della SCUOLA PUBBLICA STATALE. Questi dati “sarebbero” a cura dei dirigenti scolastici responsabili con gli Uffici Scolastici Regionali (USR e Uffici Territoriali competenti) sino alla pubblicazione delle graduatorie sui Bollettini per l’assegnazione delle cattedre nella Scuola Superiore di ogni ordine e grado e comprendono il riconoscimento dei Corsi per i Crediti Formativi aggiuntivi ai Percorsi di Laurea e ai Percorsi Abilitanti all’Insegnamento, promossi e realizzati dalle Università, pubbliche e private. Da queste attività, del resto, scaturiscono le graduatorie nazionali utili per l’attribuzione degli incarichi di insegnamento a tempo indeterminato e determinato.
In pratica le graduatorie – che risultano pubblicate sul sito internet www.mur.gov.it (Bollettini MIM e Sezione AFAM) – non “conteggiano” i punti che già la ministra dell’università e della ricerca, Anna Maria Bernini, ha cercato di valorizzare. Ma quanto è accaduto per il Sistema di Formazione Superiore Italiano e con la Santa Sede NON è accaduto per i titoli e le competenze di altri percorsi di studio.
Per il multimediale e l’audiovisivo, per il cinema, la televisione e il web continuano a non essere applicati – dai dirigenti scolastici degli istituti superiori STATALI e Licei PUBBLICI italiani – “gli stessi metri di valutazione”: accade così che un regista, un fotografo, un giornalista, un videomaker e un creatore di istallazioni multimediali, soltanto per portare alcuni esempi, non vedano riconosciuti né le lauree né i titoli professionali. Completamente ignorate e oggetto di contenziosi lunghissimi e devastanti economicamente – le aspirazioni di esperti d’arte, cinema, televisione e cultura, audiovisivo e multimediale, restano mortificate, in danno soprattutto alle giovani generazioni che – in questi campi – vorrebbero avere un futuro.
Restano ben chiuse in un cassetto normative come il decreto- legge 9 gennaio 2020, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 marzo 2020, n.12, il d.P.R. 12 febbraio 2021, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 38 del 15 febbraio 2021, con cui la prof.ssa Maria Cristina Messa fu nominata Ministro dell’università e della ricerca; l’art. 1, comma 655, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, come modificato dall’articolo 3- quater, comma 3, del decreto-legge 9 gennaio 2020, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 marzo 2020, n. 12 ed il comma 653, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, come modificato dall’articolo 3- quater, comma 3, del decreto-legge 9 gennaio 2020, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 marzo 2020, n. 12.
E questa la chiamano “Scuola Pubblica”: gli stessi Dirigenti Scolastici “furbetti” quando non ignoranti continuano a impedire ogni coinvolgimento dei giovani per lo sviluppo e la crescita del patrimonio artistico, culturale, multimediale e audiovisivo: nessun docente competente in cattedra. Basta una laurea in Accademia per sostituire tutti i validi professionisti: è questa davvero la “Buona Scuola”? E’ così che “funziona” l’Università italiana?